Il dottor Benjamin Rush, considerato il fondatore della psichiatria americana, decretò la valenza scientifica dell’ Ortoterapia dopo aver osservato i benefici che lavorare un orto portava alle persone affette da gravi disturbi mentali. Nel 1812 pubblicò uno studio sulle migliori possibilità di guarigione dei pazienti che si occupavano di un orto, e nel 1879, grazie ai suoi studi, aprì il primo ospedale con una serra, utilizzata per la riabilitazione dei pazienti.
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L’applicazione più grande dell’ortoterapia fu quella relativa al primo dopoguerra. In quegli anni, infatti, la Garden Therapy era adoperata per riabilitare i militari di ritorno dalla guerra e affetti da incredibili traumi, o per risollevare i veterani feriti gravemente. A partire da allora, questo tipo di pratica è stata adoperata sempre più spesso per il trattamento di numerosi disturbi, e oggi se ne riconoscono i benefici anche nelle esistenze ordinarie, perché non c’è modo migliore di allontanare stress e preoccupazioni che prendendosi cura di un giardino.
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COME FUNZIONA LA GARDEN THERAPY?
La Garden Therapy va, in realtà, molto oltre il semplice giardinaggio, e racchiude una ampia gamma di attività unite dallo stesso concetto di base: la riabilitazione attraverso la natura. Non si parla, infatti, solo della cura di fiori, piante e ortaggi, ma si includono anche programmi di educazione ambientale. È sempre l’America Horticultural Therapy Association a individuare le linee guida per la giusta pratica dell’Ortoterapia. Secondo l’Associazione, affinché un ambiente sia terapeutico, esso deve essere progettato per facilitare l’interazione con la natura e i suoi elementi curativi. L’interazione poi, può essere più attiva o più passiva in base alle esigenze delle persone coinvolte, ed esistono diversi tipi di giardini terapeutici: giardini sensoriali, giardini curativi, giardini riparativi, giardini abilitanti e giardini abilitativi.
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SCRITTO DA LUCA AGOSTINI
BOTANICAL DRY GARDEN.com